mercoledì 16 gennaio 2013

Es. 20 Commento sul film



Hugo Cabret è un orfano, che vive segretamente nelle mura della stazione ferroviaria a Parigi . E, spostandosi nei dimenticati cunicoli di manutenzione, si prende cura degli elaborati orologi dell’edificio. L’unica eredità avuta dal padre è un automa rotto; che Hugo cerca di riparare rubacchiando parti di altri ingranaggi. Grazie all’aiuto di Isabelle (una ragazzina un po’ eccentrica) l’automa viene finalmente riparato e i due scoprono un indizio che riguarda il padrino della ragazza e che riporta a galla ricordi ormai da tempo dimenticati. Il padrino (Georges Méliès.) si rivela essere uno dei più grandi autori della storia del cinema, il quale credeva di essere stato dimenticato da tutti.


Il film mi è piaciuto molto, perchè parla delle origini del cinema, come si è formato e come veniva proiettato.

La scena che mi ha colpito di più è quella dove i due ragazzi riescono a far riaffiorare alla memoria del sig. Georges Méliès i ricordi riguardanti tutti i suoi film.

Si potrebbe paragonare la storia del sig.  Méliès con la nostra epoca, dove il cinema cerca solo di riprodurre la realtà e sembra aver perso la capacità di sognare e far sognare.

Secondo me il film vuole farci capire l'importanza dell'immaginazione.

Consiglio a tutti di vederlo, perchè è un ottimo film e per non dimenticarsi mai di sognare.